mercoledì 31 ottobre 2012

LUCE DESTRUTTURANTE (sul palcoscenico)


Luce destrutturante (sul palcoscenico)
 Fino a qualche secolo fa, quando scienza e filosofia erano frammiste alle religioni, si bruciavano sul rogo streghe e gatti neri. In dispregio di un Platone – per i suoi tempi – pluralista ed eclettico. (per ciò che riguarda le “verità assolute”). Attualmente, ma non da molto, la scienza ha smarrito il suo predominio “ideologico”. In considerazione, anche, del  fatto che la cronologia del pensiero scientifico non è stata altro che uno scivolamento da un errore all’altro. E ben potrebbe ridenominarsi:” storia dell’errore umano”. E pertanto ogni legge scientifica viene considerata valida e “razionale” solo fino “a prova del contrario”. E cioè fino al momento in cui venga “detronizzata” da altra teoria. Relativismo assoluto, dunque ? Non è così per la “realtà teatrale” (e per quella dell’arte raf-figurativa). Che, a differenza della scienza e della filosofia, non ha mai rinunciato a rappresentare la contraddizione  ( a volte pragmatica) tra il mondo della verità ufficiale (vigente) e quello della contraddittoria realtà umana, fatta anche di pregiudizi, usi e consuetudini, Ed altresì, a differenza delle ideologie filosofiche culturali del momento,  non ignorando le idee morte e perdenti. Tra le quali v’è anche il mito e la sua indiscutibile valenza anche in ciò che costituisce l’attualità.   Prova ne sia, nel teatro di prosa e nell’opera lirica, la reviviscenza, sulla scena,di tutti i più esemplari miti  e vicende (a volte, queste ultime, anche frutto di fantasia)  che abbiano un valore emblematico di parametrazione con la realtà di ogni giorno.  Realtà che, sul piano umano, non soggiace alle leggi terrene o d’altro genere, ma che ha il suo punto di riferimento (a volte inattuato) in un’etica interiore (Antigone, Prometeo, Galileo e numerosi altri ne sono significativi esempi). Conseguentemente potrebbe essere anche il caso di associarsi al pensiero di Nietzsche quando afferma che: “occorre guardare alla scienza (ed alla filosofia) con gli occhi dell’arte ed all’arte con quelli della vita”.

WestWind

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