sabato 8 dicembre 2012

GOCCE DI DOLCE VELENO

GOCCE DI DOLCE VELENO

Che fine ha fatto il cigno ? Sulla scena si sono viste solo alcune sue penne sciolte. Esibite sottobraccio da un non troppo convinto , giovanissimo e riccioluto Lohengrin. Apparentemente inquieto, insicuro, nonostante il gilet stile Prada indossato. Nulla da dire sulla eleganza della platea. Ineccepibile. Si deve riconoscere, non senza un legittimo orgoglio, che abbiamo sicuramente il pubblico teatrale più elegante del mondo. Si tratta in gran parte di personaggi altolocati, che sono dei veri figurini, nonostante l’intenso lavoro cui si sottopongono. La superstizione poi è stata lodevolmente bandita. Nonostante i numerosi segnali (negativi) susseguitisi. Tra i quali la malattia di ben due interpreti del personaggio di Elsa. Il forfait del presidente della commissione europea (Barroso) impossibilitato ad intervenire perché bloccato a Bruxelles dalla neve (questa è la tesi ufficiale), il governo Monti “alquanto traballante – cadente – quasi caduto” (così scrive un giornalista a pag. 39 de La Stampa). La vicenda dei due inni, quello di Mameli e quello europeo. Quest’ultimo annullato per l’assenza di Barroso. Il primo eseguito solo alla fine dello spettacolo, per non turbare con le sue percussioni bandistiche la serena, idillica musicalità dell’ouverture. (questa è, almeno, la motivazione ufficiale). Gli esecutori sono stati tutti bravissimi. Gli spettatori eccessivamente trionfalistici negli atteggiamenti e negli abiti da cerimonia. Forse non si sono ancora acccrti che c’è una crisi. Forse non se ne accorgeranno mai.

Bluewind.

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