giovedì 7 febbraio 2013

Sabbie mobili

SABBIE MOBILI
(Non è tutto oro quel che luce).
Che bella Isabelle Huppert nel film “Le religeuse” in concorso al festival di Berlino ! Nel quale interpreta il ruolo di una religiosa, madre superiora, quindi donna di potere, che si innamora di una giovane novizia (ribelle) e che riscopre la fragilità delle proprie, iniziali, convinzioni . Trovandosi pertanto a navigare nel mare magnum delle proprie contraddizioni esistenziali. Come spesso avviene anche nella vita reale. Nella quale, improvvisamente, si scopre che qualcuno (glorificato ed approvato fino al giorno prima) viene – giornalisticamente – dissacrato il giorno dopo. Poiché questa sembrerebbe essere, enunciativamente, la ragione della, successiva,intervenuta disapprovazione. In quanto (testuale) mai si sarebbe “fatto fotografare nell’atto di mangiare pizze ed accarezzare bambini (che, visti i tempi, potrebbe esse, quest’ultimo, un comportamento interpretabile in qualcos’altro). (cfr. La Stampa del 7/2/13 , pag. 1). Ma la realtà è ben diversa.  E contrariamente a ciò che mostra di credere qualcuno o i molti che contano se la struttura non lo consente, è la stessa struttura che va cambiata.. Ponendo fine all’ipocrita interessato buonismo (di facciata) (che consente, oltretutto, di far profitti esentasse), all’ecologismo di facciata (anch’esso avente, in parte, ben altre mercantilistiche motivazioni) nonché alle note utilità finanziarie (chiamiamole così) che continuano a ricevere evidentissime agevolazioni, delle quali nessuno parla,  nonostante siano in gran parte responsabili dell’attuale situazione di crisi.
Bluewind

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