sabato 22 giugno 2013

SOLO UNA FAVOLA ?


SOLO UNA FAVOLA (forse ?)

Sansone e Dalida sopravvivono nel terzo millennio “dove lui diviene il simbolo dell’attuale capitalismo allo sbando” (secondo il regista catalano Carlus Padrissa che ha ripescato con furore giacobinistico l’opera più famosa di Camille Saint Saens :“Sanson et Dalida”, mettendola in scena nell’aprile 2013 al teatro dell’Opera di Roma) . Secondo il Regista il mito di Sansone sarebbe la metafora stessa di ciò che accade attualmente, ove le forbici fiscali, i tagli alla cultura ed all’istruzione risultano essere assai di moda nell’Occidente. E quindi, secondo il Regista, subendo il taglio della sua forza (cioè dei capelli) l’uomo simbolo di potere Sansone sembrerebbe costretto a far venir meno il proprio delirio di onnipotenza, la propria presunzione di poter far tutto, nell’ambito dell’attuale capitalismo che sarebbe (secondo il Regista) allo sbando. Ma se i capelli non fossero i suoi  ma di qualcun altro ? E se fossero solo una parrucca ? Tolta la quale Sansone riuscirebbe a sopravvivere (alla grande) modificando la propria identità nominale ma non il suo modo d’essere. Il capitalismo (vecchia maniera) non è certo incapace di tali travestimenti. Alcuni dei quali innegabilmente assai più degenerativi di ciò che esso era, in precedenza. Il meccanismo è semplice. Basta modificare la desinenza iniziale (capital…) ed assemblare quella nuova  alla parte finale (…ismo) che rimane  invariata. Ed il gioco è fatto. Tutto ciò quasi sempre avviene con il consenso, (che poi genera il generale consenso  dei più), di stampa e massmedia. Ma qui si passa a qualcos’altro. Cioè dal mito di Orfeo (con la sua cetra incantatrice) alla favola del pifferaio di Hamelin. (Ma quest’ultima è solo un’altra favola ?)

Bluewind

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