martedì 11 marzo 2014

BREITE STRASSE (7) (Spazio infinito)

BREITE STRASSE (7) (spazio infinito)

Nella caverna  vi si entrava solo via mare. Narravasi che, essendoci all’interno una sorgente di acqua dolce, durante la 2° guerra mondiale i contadini del luogo vi accedessero per rifornirsi d’acqua potabile. Entratovi, Paul percorse qualche passo. Sul pavimento reso nero e scivoloso dal guano depositatovi dai volatili che vi soggiornavano. La sorgente d’acqua dolce v’era ancora. Ma era sommersa da un laghetto, illuminato da un raggio di luce, che vi penetrava lateralmente da una fessura della roccia. Che la sorgente ancora vi fosse si rilevava dalle numerose polle d’acqua che emergevano dalla superficie del laghetto. Attraversato il quale, in fondo alla grotta, Paul notò voluminosi contenitori, ricoperti di plastica. Era la droga. Il suo nuovo blitz aveva avuto termine favorevolmente. E nel contempo aveva adempiuto a quello che era, sostanzialmente, il suo modus vivendi. Che era quello di dare sempre, o quasi sempre, una qualche risposta aql così detto male. Mai rispondergli con l’inattività. L’inazione. L’immobilità. Gli venne in mente quello che era il pensiero di Einstein (di cui era un convinto estimatore). Costui riteneva che la vita di ciascuno fosse come un andare in bicicletta. Per stare in equilibrio occorre continuare a muoversi. Poiché  oltretutto quello della vita è un equilibrio di per se stesso sostanzialmente instabile, dominato dall’incertezza sull’essere e sul come essere. Il tutto sommerso in un tempo che non è solo tempo ma è anche spazio. Spazio infinito. Senza futuro. Senza passato. E quindi, forse, anche senza presente, che (in assenza di un passato ed un futuro e cioè di una rilevabile identificazione del presente) costituisce forse solo una semplice illusione (tra le tante). (continua). I fatti e le vicende quì descritte costituiscono esclusivo frutto di fantasia dell'autore

Bluewind

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