giovedì 24 aprile 2014

IL MALUMORE DI GRETA


IL MALUMORE DI GRETA
Su un grande prato, senza alberi, nella brughiera di Lunenburgo, sorgeva l’albergo. Una costruzione a tre piani. Immersa in un paesaggio che sembrava soffuso di irrealtà. In una dimensione di silenzio e solitudine. Come  quella dei paesaggi di Hopper. Le proprietarie dell’albergo, che sembrava fosse deserto, lo stavano aspettando. All’ingresso. Erano due gemelle. Piuttosto allampanate. Dai modi cortesi ma dall’atteggiamento piuttosto distaccato. Come apprese nei giorni seguenti, poco distante v’era un allevamento di cavalli. Da corsa. Dei quali ve ne era una, Greta, un poco avanti negli anni e di indole alquanto mite. E per tale ragione, quando i bimbi venivano a visitare la scuderia, li accompagnava sui prati circostanti. Facendoli cavalcare. Compito che svolgeva senza sobbalzi e scuotimenti pericolosi. Quando doveva partecipare a qualche gara, le venivano praticate sulla zampa, in prossimità dello zoccolo, delle punture, con sostanze dopanti. Alquanto dolorose. Quella volta, che entrò nella stalla l’addetto alle punture, la cavalla ebbe un vigoroso nitrito. Inarcò il collo e le spalle. Continuando a nitrire. E lo abbattè al suolo. Colpendolo. Ripetutamente. Fino a quando rimase in terra. Inerte.senza vita. Si disse in seguito che forse, a volte, anche i cavalli hanno le loro antipatie (ed i momenti di malumore).

Bluewind

Nessun commento:

Posta un commento