lunedì 14 luglio 2014

IL DEBITO D'ONORE

DEBITO D’ONORE
Aveva appena preso sonno, quando squillò il telefono. Venne informato che era stato ritrovavo il corpo esamine della figlia del vicecapo della polizia di Stoccolma. Uccisa qualche ora prima. E della quale si erano perse le tracce sin dalla mattinata precedente. Era, qualche giorno prima, tornata dall’Afganistan, ove le era stato assegnato il comando di un plotone di rangers dell’esercito. Tra una settimana avrebbe dovuto sposarsi con un suo collega, anch’esso militare in servizio nell’Afganistan. Tutto era iniziato qualche tempo prima. Allorchè Paul aveva deciso di riaprire una indagine, a suo tempo rimasta senza colpevoli. Riguardante l’omicidio di una donna afgana, colpita da un colpo di pistola. In relazione alla quale (ed al proiettile esploso) non era stato effettuato alcun accertamento, ritenendo sufficienti ed adeguate le deposizioni dei componenti del plotone, che avevano escluso che la donna fosse stato colpita dal “fuoco amico”. Paul ritenne che ci fosse un qualche collegamento tra la recente uccisione della soldatessa (che era in grado di ricostruire i dettagli del precedente episodio) e la precedente morte della donna afgana. Tanto più che, non appena Paul ebbe riaperto il caso, gli pervenne una comunicazione da parte di un settore distaccato e periferico della Cia, con sede a Stoccolma, con la quale gli veniva ingiunto di non proseguire l’indagine, poichè coinvolgente tematiche aventi ad oggetto la sicurezza nazionale. Non ci voleva altro per stimolare l’interesse, al riguardo di Paul, considerato dai superiori un piantagrane ed al quale, per tale ragione, non venivano di solito affidate indagini delicate, come quella della quale stava attualmente occupandosi. In relazione alla quale e delle relative deposizioni, Paul riteneva avesse fornito un contributo non certo marginale, l’intendimento di evitare che si ritenesse che la donna afgana era stata colpita dal fuoco amico e non da quello dei guerriglieri e che anche la morte della soldatessa, figlia del vice capo della polizia, avesse una qualche ragione d’essere con il proposito di non far luce sugli anzidetti episodi, per assolvere ad una specie di debito d’onore,  costituito dall’esigenza di non dare adito alla pubblica opinione di giudicare troppo negativamente il comportamento dei predetti militari, tenuti a svolgere compiti di pattugliamento e perlustrazione. NB.I fatti, i personaggi, i nominativi, le vicende e quant’altro sono puramente immaginari , inesistenti ed esclusivo frutto della fantasia dell’autore.                                                    Bluewind
 
 

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